Secondo Plinio il Vecchio, il cedro è originario della Media, una vasta regione dell’Antica Persia (Asia Minore).
È giunto in Europa in tempi remoti, come indicato dall’origine dei termini in greco antico (κίτρον (kitron)) e in latino (citrus), usati per indicare il cedro, entrambi probabilmente derivanti, attraverso l’etrusco, dal nome di un’altra pianta, il cedro del Libano (in greco antico κέδρος (kedros), in latino cedrus) da una radice appartenente alle “lingue mediterranee” ovvero pre-indoeuropee.
In Italia la conoscenza del cedro è molto antica. Fu classificato da Plinio nella Naturalis Historia col nome di “mela assira”. A quei tempi ancora non si usava tale frutto come alimento; il suo utilizzo a tale scopo si sarebbe diffuso solo due secoli più tardi. Era invece usato come repellente per gli insetti nocivi come le zanzare, in maniera analoga alla citronella. Oggi il cedro è principalmente coltivato e lavorato in Calabria, nella fascia costiera dell’Alto Tirreno cosentino che va da Tortora a Sangineto, denominata Riviera dei Cedri, dove sono presenti paesi che presentano vaste coltivazioni di Cedro tra cui Santa Maria del Cedro, dove oggi si concentra maggiormente la produzione, Scalea, Belvedere Marittimo, Santa Domenica Talao, Orsomarso e Buonvicino.
Attualmente questo frutto è coltivato soprattutto nell’area mediterranea, in Medio Oriente, India e Indonesia, ma anche in Australia, Brasile e negli USA. In molte località indiane cresce pure spontaneamente.